M se n'è andato. Buffo che come meta abbia scelto una delle mie papabili scelte per il mio futuro (Vienna e il suo Danubio si affacciarono più volte nella rosa delle possibili città dove cercare un lavoro e un terrazzo dove trasferire la mia famiglia di piante - invero decimate da questa estate balorda).
Comunque M se n'è andato e a me è rimasta una leggera amarezza - per il suo italiano che andava davvero migliorando, per le pause pranzo leggere e stupide che ci si poteva concedere con lui, perché speravo fosse uno di quelli che restano per sempre a bazzicare nei dintorni - ma in realtà sotto sotto mi accorgo di avere la vivida speranza che là possa trovare un lavoro e un futuro e una chiesa copta e qualcun'altro da intrattenere in pausa pranzo.
M qui aveva una borsa lavoro in una cascina dove piantava l'insalata, coglieva le more di gelso e imparava parole strane e nuove (come "cartamusica"). Però non andava molto d'accordo con il suo compagno di stanza e di lavoro, stacanovista e gran musone.
M diceva che non è vita se non c'è un sorriso!
M non è rimasto a fare un lavoro qualsiasi in un posto che non gli piaceva e con persone che mal sopportava, ma è andato a cercare la sua fortuna altrove (e in fondo non vorremmo farlo un po' tutti?). Non si è accontentato. E a 24 anni lo trovo sano! Ha passato metà della sua vita chiuso in una chiesa, senza alcuna possibilità di studiare, lavorare o viverne fuori, perché mai dovrebbe dovuto accontentarsi di questo pochissimo che gli offre l'Italia? E allora se n'è andato. Noi che restiamo possiamo solo preparargli una torta d'addio, stampare una foto ricordo e augurargli buona fortuna. C'è di che essere felici per lui, a mio parere, senza pensare che tanto da dove veniva non c'era lavoro e non aveva nulla da fare e allora avrebbe dovuto accontentarsi della prima cosa - che gli permetta di comprarsi il pane - che ha trovato!! Siate affamati, ha detto qualcuno che a noi "occidentali" (i famosi "nati nella parte giusta del mondo") piace tanto, e dunque trovo che sia inutile da parte "nostra" pretendere che lui si accontenti, quando siamo noi per primi a non accontentarci mai.
Nel vocabolario fonetico di M la confusione fra le parole TOPO e TUBO era più che comprensibile - nonostante le lezioni personalizzate, le sillabe mobili, i giochi didattici sul cellulare e tutto il resto - e noi gli volevamo bene anche per questo.
PS: So che sembra che io ne stia parlando come di qualcuno che è morto, ma in effetti per me lo è: un amico ormai lontano, scappato da qui (e lo stanno facendo tutti - non siamo i soli, ormai, ad abbandonare la nave) e che non può neanche scrivermi un sms, una mail, una cartolina per farmi sapere che è arrivato sano e salvo... potrei attendere con ansia una sua videochiamata?!
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