Sono sempre un po’ in difficoltà con chi mi chiede di spiegare in cosa consiste il mio lavoro; è vero, forse “lavoro” non è il termine corretto, sono “una giovane in Servizio Civile Nazionale” ma poi bisogna concretizzare e raccontare (o almeno provare) l’impegno di tutti i giorni.
Vediamo, mediatrice culturale? Forse non proprio, o almeno non sempre; educatrice? No, non è la mia qualifica e poi faccio fatica ad immaginarmi in questo ruolo, anche perché mi confronto sempre con adulti e non mi sento di “educare” nessuno; operatrice? È un termine che ricorre nel mio servizio però non mi convince ancora del tutto ….
E allora parte la spiegazione delle azioni concrete di ogni giorno, i giri in Questura (con i relativi mal di testa), ai vari sportelli per tutti i documenti necessari alla vita in Italia, l’accompagnamento al supermercato con annessa lezione di italiano (attento! Dove vedi scritto “suino” significa che c’è il maiale, forse i wurstel è meglio non comprarli …), l’archivio da riordinare e le ricerche su internet per trovare incastri con gli orari dei mezzi pubblici o un corso di formazione che possa soddisfare i desideri di un ospite. E poi ogni mattina è una sorpresa e non sai quale sarà l’avvenimento della giornata.
È vero anche che le cose non sono sempre facili; arriva il momento in cui partecipi alla ricostruzione della storia personale in vista dell’audizione alla Commissione che deciderà sulla permanenza in Italia … e tu che conosci il francese e fai la parte dell’interprete ti trovi a dover tradurre cose che non avresti mai voluto dire; i momenti in cui devi dire dei no che ti pesano, perché non vorresti farlo ma il sistema o le risorse a disposizione non ti permettono nulla di diverso; l’avvicinarsi della scadenza di un’accoglienza che sarà difficile, perché il tempo per progettarsi una vita non sempre basta; ma anche le piccole cose… insomma, basta lasciare luci e tv accese, i turni delle pulizie non sono appesi solo per decorare la bacheca. Piccole cose che ti richiamano ad un dovere che ogni tanto fai fatica a svolgere, soprattutto perché ti mette di fronte ai tuoi limiti.
ecco la manioca fritta! |
E allora ecco la voglia di pensare a cosa si potrebbe fare, magari un po’ di lavoretti in comunità per renderla più accogliente, una gitarella vicino, giusto per stare un po’ insieme al di là dei ruoli o una bella cena; magari con meno peperoncino.
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